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Nel nostro paese ci sono circa seicentomila persone che soffrono di celiachia, un’infiammazione cronica dell’intestino tenue scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti. Eppure gli italiani che consumano prodotti per celiaci sono ben 6 milioni. 
Questa discrepanza è data dall’errata percezione che la dieta priva di glutine possa essere più sana, indurre perdita di peso o permettere migliori performance sportive. 
In realtà nulla di tutto questo e’ mai stato dimostrato in letteratura ed anzi possiamo affermare che la dieta priva di glutine sia più povera in fibre, acido folico, calcio ed altri minerali e più ricca in grassi saturi, sodio e calorie. 
Malgrado ciò si sta diffondendo l’idea che il glutine faccia ingrassare e che eliminandolo dalla tavola si faccia retrocedere l’ago della bilancia. Questo concetto in realtà nasconde un tranello: i dolci gluten-free sono spesso più ricchi in calorie, zuccheri, sodio e grassi per compensare la mancanza del glutine e migliorarne sapore e consistenza. 
Inoltre ci si espone ad un inutile esborso economico: l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha infatti stimato che ogni anno, in Italia, vengono spesi 105 milioni di euro in prodotti privi di glutine senza che ve ne sia una reale necessità clinica.